La formella di bronzo, di forma quadrata (18×18 centimetri), realizzata da Laura Caliendo e Gabriele Di Mizio (Oro Art L’Aquila), è impreziosita da alcuni importanti decori in argento, che simboleggiano agli angoli la palma, per indicare la città di Sanremo, luogo dove si svolge il Festival ‘Dei Verbum’, con la presenza delle dodici pietre preziose dell’Apocalisse di San Giovanni (Ap 21, 1-27), che richiamano le fondamenta della Gerusalemme celeste, cioè i dodici apostoli, invece dei patriarchi veterotestamentari, che erano posti a fondamento della Gerusalemme terrena, incastonate all’interno di dodici piccole corone d’argento.
Al centro della formella è stato realizzato, sempre in argento, un bassorilievo raffigurante il Cristo risorto all’interno di una mandorla.
Nella simbologia cristiana il frutto del mandorlo, quale intersezione fra due cerchi, rappresenta il mistero di Cristo, il Verbo di Dio che si fa uomo, unendo natura divina e natura umana.
Nel simboleggiare il risveglio della natura al termine del periodo invernale, il mandorlo che è il primo albero a sbocciare in primavera, simboleggia il mistero dell’incarnazione e della resurrezione.
La scelta dell’artista di porre al centro il Cristo Risorto, in una postura dialogante, vuole riaffermare la frase posta all’interno della formella, con un cartiglio che forma una croce che si prolunga dal mandorlo a tutti e quattro i lati della formella: ‘Chi vede me, vede il Padre che mi ha mandato’ (Gv 12, 45).
Anche i due cerchi che compongono la mandorla centrale della formella, vogliono rappresentare due dimensioni diverse, cioè quella materiale e quella spirituale, quella umana e quella divina, che, nel Cristo Risorto, posto al centro della stessa mandorla, rimarca il Verbo di Dio che si è fatto uomo.
Il Risorto è avvolto da un drappeggio che ne svela, tuttavia, il volto, a simboleggiare che Cristo è la pienezza della divina rivelazione, come ricorda ed insegna per l’appunto la Dei Verbum del Concilio Vaticano II.